mercoledì 9 dicembre 2009

Lettera aperta ad Al Bano

Lettera aperta ad Al Bano – riferimento articolo su IL CORRIERE.it dell’8.12.2009:
http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_08/al-bano-vaticano-emarginato_873f420a-e3f1-11de-8eb6-00144f02aabc.shtml
http://www.vip.it/al-bano-niente-concerto-di-natale-in-vaticano-perche-divorziato/

Preg.mo Sig. Al Bano

Mi chiamo Salvatore Germinara, mi occupo di usura d’impresa in assistenza di utenti bancari, piccoli imprenditori, di cui nessuno mai parla perché non sono nomi importanti per i media e per la società che conta, anche se sono quelli che tengono in piedi tutta l’Italia.
Sono sovente in contatto con persone (non molte perché sono poco conosciuto e lavoro in maniera artigianale, ma la problematica è molto più estesa e generale e riguarda l’intera nazione ed anche l’estero, in quanto all’estero risiedono persone che hanno subito i danni in Italia) che hanno subìto danni aziendali in virtù di posizioni debitorie eccessive e di conseguenza inevitabili riflessi di natura personale, familiare, di immagine, e chi più ne più ne metta, si sa che quando ci sono problemi si scagliano tutti contro.
In genere tali persone non sono i furbetti del quartiere, ma persone che hanno lavorato tutta una vita nella propria azienda, non in qualità di dipendenti, ma di titolari, quindi hanno lavorato 24 ore su 24 e non 8 ore al giorno e poi si trovano a subire dissesti finanziari, spesso causati da sovraindebitamento, e tali situazioni non finiscono sulle prime pagine dei giornali e nemmeno sulle ultime, perché un cittadino anonimo per un quotidiano non fa cronaca e quindi non aumentano le vendite di quel giornale, differente è se accade qualcosa ad un personaggio importante e conosciuto della società civile, allora se ne può parlare per mesi interi, perché evidentemente per il lettore suscita più curiosità e quindi i giornali vengono venduti maggiormente.
Quando un piccolo imprenditore perde la propria azienda, fonte di sussistenza propria e della propria famiglia, dopo aver lavorato tutta una vita è più doloroso di quando un operaio o un dipendente perde il proprio posto di lavoro, e questo mai viene detto.
Le conseguenze, di ordine civile e sociale sono alcune volte molto drammatiche anche se nessuno se ne occupa dei media, non fanno clamore, in genere si parla delle pene rieducative dei carcerati, di coloro che hanno commesso reati, anche se odiosi, se ne parla con molta umanità, o di altre classiche forme di emarginazione.
A volte si verificano anche dei suicidi, ma poco se ne parla, qualche mese addietro un cronista di un Tg regionale sottolineava che la notizia relativa a due suicidi in una stessa giornata era stata data proprio perché erano due persone in un sol giorno e di una stessa città ad essersi suicidati, perché se fosse stato uno solo, probabilmente la notizia non sarebbe nemmeno stata data, evidentemente il fatto non faceva molto clamore se a morire in quella maniera fosse stato uno solo e non due.
Praticamente si parla sempre di medesimi tipi di emarginazione, oramai possiamo definirli classici, ma non si parla mai di altri tipi di emarginazione, i quali esistono concretamente, sono piaghe sociali, se non più, quantomeno al pari delle classiche emarginazioni, ma nessuno ne parla, perfino gli stessi partiti politici molto sensibili a certi tipi di emarginazione, quando sono state prospettate loro tali problematiche pare cascassero dalle nuvole, o altri hanno fatto inutili promesse e poi la ritirata.
Il motivo di questa lettera è il seguente.
Siccome pare di capire che Ella si duole per la Sua situazione personale, non accettata dalla Chiesa cattolica, in più occasioni, a tal punto da ritenerla una “forma di emarginazione”, evidentemente sentendosi offeso interiormente ed esteriormente e pubblicamente, Le chiedo cortesemente se, prendendo spunto da uno stato d’animo personale Sia disposta a parlare e trattare l’argomento pubblicamente, vale a dire di fare emergere, anche con l’ausilio dei diretti interessati, tutte le forme nascoste di emarginazione di cui nessuno mai parla, ma che provocano enormi sofferenze quotidiane a tante persone, ma latenti e dimenticate dai media, ma non per questo inesistenti, affinché possa essere iniziato qualche dibattito per cercare e trovare correttivi e concrete soluzioni affinché tantissime persone che si trovano addirittura in uno stato coniato come c.d. “morte civile” vengano di nuovo accettati dalla c.d. società civile, legale ed umana, come la stessa si autodefinisce.
Grazie per l’attenzione e Le auguro Buone Feste.
Salvatore Germinara
Pistoia, 9.12.2009
http://cid-62189724ef08d23f.skydrive.live.com/self.aspx/Lettera%20aperta%20ad%20Al%20Bano%20–%209.12.2009/lettera%20aperta%20ad%20al%20bano.pdf
http://www.scribd.com/doc/24319074/Lettera-aperta-ad-Al-Bano

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